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Rapporto giovanissimi e smartphone:

una guida per prepararsi all’acquisto del primo strumento digitale dei vostri figli

Vi siete mai chiesti se esiste un’età giusta per acquistare il primo cellulare ai vostri figli? Mentre cercavate una risposta confrontandovi con altri genitori o con il web o con qualche amico educatore o pedagogista, i vostri pargoli, che frequentano gli ultimi anni delle elementari, vi hanno anticipato e hanno cominciato a chiederlo insistentemente dato che “in classe ce l’hanno ormai tutti”, vero? Se non l’hanno ancora fatto, fidatevi, lo faranno presto.

In tutto questo non c’è nulla di male, in fondo viviamo nell’era della digitalizzazione e loro sono i cosiddetti figli della generazione Z, ovvero coloro che fin dalla nascita faranno un uso diffuso di internet, quindi è inutile e forse anche controproducente pensare che potremo crescerli soltanto a suon di quattro salti in giardino. Il punto potrebbe non essere a che età gli concederemo il primo smartphone ma come giungeranno a questo traguardo, con quale bagaglio educativo, con quali aspettative, con quale background nei confronti del mondo digitale ma soprattutto con quale patto di utilizzo dello stesso redatto tra loro e voi.

Può capitare che già a pochi anni (dai 2 ai 5) i bambini si approccino a tablet e smartphone dei genitori per giocare con qualche applicazione: “E’ necessario che i genitori monitorino il tempo che i piccoli passano davanti allo schermo e lo affianchino verificando che i giochi e i contenuti siano adatti all’età. In questo modo anche l’utilizzo di uno strumento tecnologico può diventare momento di scambio e di confronto” – suggerisce Giovanna Busto, psicologa e psicoterapeuta specializzata in Analisi Transazionale. Secondo i pediatri Usa “per i bambini dai 2 ai 5 anni è bene non superare un’ora al giorno su presidi tecnologici e ovviamente sempre monitorati dai genitori”.

10 anni è, probabilmente, il periodo in cui cominceranno a richiedere di avere un loro personale strumento digitale, sia esso tablet o smartphone. Ad ogni modo, qualsiasi sarà l’età in cui glielo concederete, l’importante può essere sapere che il passaggio tra usare saltuariamente il telefono di un adulto a possederne uno personale “deve essere graduale: è fondamentale che il genitore spieghi al piccolo l’uso corretto dello strumento” – continua la dottoressa Busto.

Facile a dirsi, ma effettivamente quali sono le cose che si possono insegnare ai propri figli in merito? La rete è piena di suggerimenti in merito; qui vi citiamo due serie di consigli interessanti. La prima è tratta dal blog iWomanish di Maria Zabala del Digital Citizenship Institute, un ente internazionale che si occupa di promuovere un’educazione digitale corretta. Si tratta di una lista di azioni da proporre ai vostri figli, proprio come se fosse un patto.

– “Di notte il cellulare sarà spento. Lo accenderemo noi e te lo ridaremo il giorno seguente, dopo colazione. In quelle ore non chiameresti comunque nessuno dal telefono fisso, quindi non ci sarebbe alcuna necessità di usare un cellulare.
– Se cade nel water o per terra e si rompe, o se lo perdi, sarai responsabile di tutti i costi di riparazione o sostituzione.
– Non usare il cellulare per mentire, prenderti gioco di qualcuno o ingannare gli altri. Non prendere parte a conversazioni che potrebbero danneggiare altre persone. Sii un buon amico, prima di ogni altra cosa. Se non sai cosa fare, evita di partecipare a quelle conversazioni e sta lontano dai guai.
– Non dire niente che non diresti di persona. Né tramite messaggi, né e-mail, né conversazione telefonica, né chat o social network.
– Su Internet cerca soltanto ciò che poi potrai raccontarmi. E se hai domande su qualche argomento, ponila ad una persona, non ad una macchina. Preferibilmente a papà o a me.

– Non inviare o ricevere le foto delle tue parti intime o quelle di un’altra persona. Non ridere; un giorno sarai tentato di farlo, non importa quanto tu sia intelligente. Ma è pericoloso, e potrebbe rovinare il tuo presente o persino il tuo futuro. Se mandi un’immagine, anche se pensi di essere al sicuro, qualsiasi destinatario può farne uno screenshot e conservarla.
– Puoi scambiare messaggi solo con persone che conosci nella vita reale.
– Saremo noi a darti il permesso per condividere dei video. Se non abbiamo visto il video e lo condividi comunque, violerai questo contratto.
– Il tempo quotidiano in cui puoi utilizzare il cellulare è limitato. Dato che con il telefono è possibile fare tante cose, a volte potresti non riuscire a metterlo da parte per fare altre cose. Quindi segna bene i limiti.
– Potremmo toglierti il telefono. Poi ci sederemo a parlare. Raggiungeremo un accordo e inizieremo da capo. Papà e mamma stanno imparando ogni giorno, proprio come te.

I seguenti punti invece sono tratti da un documento che si intitola “Il contratto: patto tra genitori e figli per l’utilizzo dello smartphone” redatto dall’associazione Mec (Media, educazione, comunità) e diffuso dalla regione Friuli Vene

zia Giulia come supporto per i genitori, invitandoli ad utilizzarlo proprio come un vero contratto da far firmare ad entrambe le parti al momento dell’acquisto del primo smartphone o a redigere un proprio accordo familiare personale. Il testo è liberamente inspirato ad una lettera che la giornalista americana Janell Burley Hofmann ha scritto a suo figlio tredicenne.

  • – L’utilizzo dello smartphone, dal momento in cui si connette in rete, avviene sotto la completa responsabilità di papà e mamma. Non solo firmiamo noi il contratto telefonico, ma per legge siamo responsabili di tutto ciò che tu fai in rete e della tua sicurezza online. In sostanza ti stiamo dando una grande fiducia sulla base dellepoche regole che concorderemo insieme. Siamoo non siamo bravi?
  • Sapremo quindi sempre quale è la tua password. Potremo anche chiederti di vedere insieme cosa c’è sul tuo cellulare. Non per farci i fatti tuoi, ma per poterti proteggere e prevenire possibili problemi e brutte esperienze online.ù
  • – Il telefono non deve essere utilizzato a scuola (a parte quando esplicitamente richiesto dagli insegnanti). Approfittane per stare con i tuoi compagni. Saper dialogare di persona, anche per chiarire incomprensioni e divergenze, è una competenza fondamentale nella vita che si sviluppa solo con l’allenamento. Anche la capacità di concentrarsi senza distrazioni lo è. Esercitati a spegnerlo anche quando studi.
  • – Impara a non usarlo quando non è necessario. Non è facile a volte nemmeno per noi, aiutiamoci in questo. Spegniamolo, rendiamolo silenzioso, mettiamolo via quando siamo insieme e in pubblico. Specialmente al ristorante, al cinema e mentre parliamo con altre persone. Non lasciamo che il cellulare ci faccia dimenticare la bellezza di stare insieme e guardarci negli occhi. Non occorrono miliardi di foto e video. Non c’è bisogno di documentare (e condividere on-line) tutto. Vivi le tue esperienze, rimarranno nella tua memoria per sempre! Lascia il telefono a casa, qualche volta, e sentiti sicura/o di questa decisione. Impara anche a fare senza.
  • – Non ti fidare degli sconosciuti sia nella vita reale che nel cyberspazio, il mondo è pieno di gente di ogni tipo e non tutti intenzionati a farti felice o al tuo bene. In generale sii diffidente nei confronti di chi vuole sapere troppe cose e non dare mai informazioni su di te o sulla tua famiglia a chi non conosci nella vita reale. (Non condividere la tua password, neanche con gli amici: appartiene solo a te!)

Una volta superato lo scoglio della regolamentazione all’utilizzo e quindi aver accompagnato i vostri figli al momento dell’acquisto del loro primo smartphone il gioco è fatto. O forse no. Mantenere un occhio attento e vigile sulla navigazione digitale dei giovanissimi è sempre cosa buona. Infatti, come ricorda la dottoressa Busto: “Purtroppo i cellulari rendono molto facile l’accesso a siti inadeguati, come quelli pornografici, che amplificano un linguaggio di un certo tipo e creano confusione rispetto a temi molto importanti”

A questo punto anche l’intervento della pedagogista Elisabetta Rossini risulta interessante: “E’ importante che allo smartphone vengano messi i blocchi di controllo per evitare che il bambino abbia accesso a internet nella sua interezza. Smartphone, tablet e computer non devono essere di certo demonizzati, ma è necessaria un’educazione al loro utilizzo. I ragazzi hanno bisogno dell’occhio adulto che monitori: i genitori, come insegnano ai figli ad attraversare la strada, devono insegnargli a navigare in internet in tutta sicurezza”.

In questo campo applicazioni di parental control come E-ducation possono risultare uno strumento concreto per visualizzare quali contenuti i vostri figli visitano più spesso su internet e valutare se essi siano adatti o meno alla loro età. In caso non lo siano potrete parlarne con loro e spiegarli come e perché alcuni argomenti è giusto che li scoprano quando saranno più grandi, oppure potrete monitorare il loro linguaggio nei messaggi e suggerirgli perché

utilizzare un determinato tono non è rispettevole nei confronti dei loro coetanei. Ancora, per attenersi ai patti stabiliti insieme, E-ducation può essere un supporto con cui far rispettare il tempo concordato da trascorrere su un’applicazione di gioco o di navigazione su internet, dando modo di impostare un massimo di ore di utilizzo per ogni app scaricata nel telefonino.

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